OSPEDALE DI ERBA (CO): QUANDO LA PRIVATIZZAZIONE FA RIMA CON DISUMANIZZAZIONE!

Da quando l’ospedale di Erba (CO) è passato dal pubblico al privato, ci arrivano segnalazioni di divieti sulle visite dei parenti e cure disumane: una signora di 79 anni con impegnativa di ricovero del medico, si reca al PS dell’ospedale di Erba, ma viene rispedita a casa con le cure palliative (morfina sottocute per l’accompagnamento al fine vita)😱
Privatizzazione = Disumanizzazione!
È tempo di uscire dalla bolla dei social e passare dalle parole ai fatti!
Venerdì 14 febbraio eravamo in presidio sotto l’ospedale e ci torneremo venerdì 28 alle 11.00.
Noi andremo a fare la nostra parte, voi siete pronti a tempestarli di mail? Basta un clic, un copia-incolla per respingere i loro disumani protocolli della morte!
Copia e incolla l’indirizzo,
Copia e incolla l’oggetto,
Copia e incolla il testo,
Premi INVIO…
E hai fatto la tua parte!✌️
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Indirizzo: segreteriads@ospedaledierba.it
Oggetto: umanità in sanità, questa la priorità!
Gentile direzione sanitaria,
Apprendiamo che presso il vostro PS, una paziente con impegnativa di ricovero è stata rispedita a casa con le cure palliative e dichiarata terminale.
Il sottoscritto:
• Considerata la facilità con cui una persona viene dichiarata “terminale” nonchè l’abuso clinico di morfina e sedativi vari per il precoce accompagnamento al fine vita di pazienti fragili,
• Viste le precedenti segnalazioni pervenute al comitato Di Sana e Robusta Costituzione che denotano grave decadimento qualitativo della risposta ai bisogni di salute della comunità erbese, dopo la privatizzazione,
• Constatata l’assenza di risposte adeguate nonchè la refrattarietà ad ogni tentativo di stabilire formale interlocuzione tra voi e una delegazione di cittadini,
ESORTA e SOLLECITA
Ad incontrare gli attivisti nell’ambito del presidio di venerdì 28 febbraio presso l’ospedale di Erba.
In mancanza, saremo costretti alla mobilitazione a oltranza presso la vostra struttura.
Un’attivista per la riumanizzazione delle cure.
QUESTO IL DOCUMENTO PRESENTATO ALLA DIREZIONE SANITARIA
Alla direzione sanitaria
dell’ospedale di Erba
Oggetto: Misure urgenti per la riumanizzazione delle cure
Lo scrivente comitato “Di Sana e Robusta Costituzione” opera nella società civile per favorire la connessione e la relazione tra cittadini, curanti e servizi sanitari, in una fase di estrema criticità vitale del nostro Servizio Sanitario Nazionale.
Nella fattispecie, agisce in funzione di garante del diritto alla salute della comunità erbese.
Il comitato:
Alla luce della segnalazione pervenuta a questo comitato in data 12/01/2025 di un cittadino che riferiva di esser stato allontanato in malo modo dai sanitari che ponevano divieto di far visita a sua mamma ricoverata in pronto soccorso, è stato necessario l’intervento conciliativo di de-escalation conflittuale del Difensore Clinico del comitato,
Constatato che il servizio di triage del PS non è adeguato a garantire la privacy dell’utente e che i locali del PS presentano evidenti limiti strutturali ma che mai questi possono rappresentare un ostacolo al diritto di visita,
In seguito ad altre plurime segnalazioni che denotato un decadimento qualitativo della risposta ai bisogni di salute della comunità erbese, successivo al passaggio di proprietà,
Rilevato che dopo l’emergenza pandemica insistono ancora pratiche tra le quali il tampone per l’accesso alle cure, restrizioni sulle visite dei parenti, divieto di visita per la salma di deceduti positivi al covid, come consuetudini innestate nelle prassi clinico-assistenziali, non tuttavia sostenute da alcuna evidenza scientifica e/o giuridica,
Dando seguito ai tavoli di monitoraggio del livello di riumanizzazione delle cure già avviati con la precedente amministrazione, nell’ambito dei presidi degli attivisti svoltisi presso questo ospedale per la riumanizzazione delle cure e il libero accesso al diritto alla salute,
CHIEDE:
Una riflessione critica a tutti i livelli del vostro operato, che recuperi l’esigenza di riumanizzare le cure, a partire da:
1. Orari di visita dei parenti (minimo 2 ore al giorno, in corrispondenza dei pasti), considerando il parente come una risorsa per l’assistenza, giammai un ostacolo, vista la carenza di personale sanitario, anche in pronto soccorso;
2. Rimozione definitiva, del tampone anticovid per l’accesso ai percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali o il trasferimento tra UU.OO,
3. Garanzia di un adeguato, dignitoso e umano fine vita per le persone decedute con o per covid,
4. Garanzia di un adeguato setting assistenziale ove svolgere il servizio di pronto soccorso, tenuto conto dei problemi strutturali summenzionati e attivandosi per una pronta risoluzione degli stessi.
Seguiranno aggiornamenti.